ImPact
Guida all'introduzione e al monitoraggio delle politiche a favore dei servizi alla persona e alla famiglia

Obiettivi sociali delle misure SPF: l’inclusione sociale

4[1]

  • Obiettivo 4: Migliorare l’accesso all’assistenza all’infanzia (inclusi l’insegnamento e l’assistenza nella prima infanzia, o IAPI)

L’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro intensifica inoltre la necessità di servizi di cura per i bambini. In quest’ottica, gli obiettivi di Barcellona affermavano che, entro il 2010, dovessero esistere strutture tali da accogliere almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i 3 anni e l’età scolare e almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni.

La fornitura di IAPI di alta qualità a prezzi accessibili gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo e il benessere del bambino. Come illustrato da Guerin (2013), l’insegnamento e l’assistenza nella prima infanzia migliorano i risultati educativi e hanno buoni risultati nel gestire le disuguaglianze che interessano i bambini fin dai primi anni di età, creando ritorni sugli investimenti significativi e a lungo termine. Questi dati sono in linea con l’obiettivo di inclusione sociale e riduzione della povertà di Europa 2020.

Come indicato dalla Commissione (2014), l’insegnamento e l’assistenza nella prima infanzia prevengono anche l’abbandono scolastico precoce (ASP), aiutando anche i genitori ad accedere al mercato del lavoro e a raggiungere un reddito adeguato. Se l’accesso a servizi di IAPI abbordabili (e all’assistenza dei bambini in generale) è un aspetto cruciale, in molti paesi sono inoltre necessari vari miglioramenti per consentire il pieno sfruttamento del potenziale di questi servizi.

Tenendo conto anche delle fasi educative successive, in alcuni paesi i SPF comprendono anche il sostegno scolastico e potrebbero pertanto produrre un miglioramento diretto sui risultati scolastici dei beneficiari. Inoltre, anche i servizi alla famiglia potrebbero contribuire indirettamente a migliori risultati a scuola, consentendo ad alcuni genitori di dedicare più tempo ai figli, anche per attività didattiche. Infine, vari studi hanno evidenziato che il sostegno all’assistenza all’infanzia influisce sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Dagli anni ’80 al 2007, in Europa, l’aumento di 0,2 punti percentuali della copertura dei servizi di assistenza all’infanzia ha prodotto un aumento del 2,8% dei tassi di partecipazione femminile alla forza lavoro (Thévenon, 2013). La stessa tesi appare in uno studio del 2013 della Camera del lavoro austriaca, che ha proposto un ciclo virtuoso degli investimenti pubblici nell’assistenza all’infanzia. Il calcolo del modello parte dal presupposto che un investimento federale di €100 milioni annui nell’assistenza all’infanzia e un investimento analogo da parte dei Länder (in eccesso dei costi correnti) creino fra 30.000 (scenario più pessimistico) e 45.000 (scenario più ottimistico) nuovi posti di lavoro, fra lavori diretti nell’assistenza all’infanzia e incarichi nei settori afferenti. La cifra comprende anche i genitori che si dedicano a un lavoro retribuito. La Camera del lavoro federale austriaca stima che il rendimento diretto generato dall’aumento dei tassi di occupazione e dal risparmio sulle indennità di disoccupazione supererebbe, in qualsiasi scenario, i costi sostenuti per supportare queste misure dopo quattro anni. Inoltre, “una volta completato l’investimento iniziale, il rendimento potrebbe superare i costi per una cifra compresa fra 14 e 168 milioni di euro”.

Dal 2005, il programma di voucher per l’assistenza dell’infanzia sostenuti dai datori di lavoro attuato nel Regno Unito ha aiutato circa 700.000 famiglie a permettersi l’assistenza ai propri figli. Dei fruitori dei voucher, l’83% sono contribuenti della fascia di base, con un bacino maggiore fra i lavoratori manuali e non qualificati.

  • Obiettivo 5: Miglioramento dell’accesso all’assistenza per anziani/a lungo termine/per disabili

Parallelamente al deterioramento delle capacità fisiche, gli anziani presentano bisogni di SPF importanti (dall’aiuto domestico all’assistenza vera e propria). Attualmente, l’assistenza agli anziani risulta troppo costosa per alcuni. In questo senso, le misure a sostegno dei SPF potrebbero aiutare questa categoria a permettersi tali servizi, consentendo loro di continuare a risiedere nella propria abitazione più a lungo, rimandando il trasferimento in strutture protette. È stato dimostrato che la “deistituzionalizzazione” dell’assistenza agli anziani (ovvero la tendenza a ridurre l’assistenza in istituto a favore di forme di assistenza domiciliari/locali e comunitarie) presenta numerosi vantaggi in termini di risultati, benessere e tanto altro. In più, il costo della fornitura di servizi domiciliari non è necessariamente superiore a quello dell’assistenza istituzionalizzata (talvolta è anche inferiore), come illustrato, ad esempio in OCSE (2011).

Un’osservazione analoga vale anche per le persone con disabilità bisognose di SPF. Servizi abbordabili e di buona qualità potrebbero contribuire alla loro indipendenza.

La “Legge sulla dipendenza” spagnola introdotta nel 2006 mira a garantire accesso a servizi ALT alle persone che non possono condurre una vita indipendente a causa di malattie, disabilità o anzianità. A novembre 2014, i beneficiari erano 729.313 con benefici effettivi e 167.869 persone in attesa di riceverli, corrispondenti a una diminuzione del 45,13% rispetto a gennaio 2012.

Ricerca