ImPact
Guida all'introduzione e al monitoraggio delle politiche a favore dei servizi alla persona e alla famiglia

Obiettivo del progetto & consortium

La Commissione europea ha individuato nei servizi alla persona e alla famiglia (SPF) un settore economico strategico già nel 1993. Secondo la Commissione, la definizione “servizi per la persona e la famiglia” comprende una “vasta gamma di attività che contribuiscono al benessere a domicilio delle famiglie e delle persone: assistenza ai bambini, assistenza a lungo termine per gli anziani e i disabili, pulizia, sostegno scolastico, riparazioni domestiche, giardinaggio, sostegno informatico, ecc.” Successivamente, ha precisato che i servizi alla persona e alla famiglia contribuiscono ad “aumentare la competitività e fornire importanti fonti di crescita e lavoro, rispondendo al tempo stesso a bisogni economici e sociali” (Commissione europea, 2012).

In realtà, nonostante l’aumento della domanda legato alle condizioni demografiche e socio-economiche, lo sviluppo dei servizi alla persona e alla famiglia deve superare numerosi ostacoli, sia sul lato della domanda (ad es. per l’elevato costo dei servizi o le barriere culturali all’esternalizzazione dei lavori domestici) sia sul lato dell’offerta (ad es. la mancanza di un’offerta strutturata e di garanzie qualitative, o la carenza di manodopera). Pertanto, poiché le tradizionali regole del mercato non sono sufficienti a garantire l’espansione formale dei SPF, il settore è “abbandonato al mercato del lavoro sommerso o finanziato pubblicamente, a costi elevati” (Commissione europea, 1993).

Nel corso degli anni, sono stati numerosi i paesi europei ad avere adottato misure a sostegno dell’erogazione ufficiale dei servizi SPF sebbene, nell’attuale condizione di crisi economica e finanziaria, ne siano stati criticati i costi e siano stati messi in discussione e modificati nonostante gli effetti positivi sulla società. Il principale ostacolo alla prosecuzione di queste politiche e all’adozione di nuove misure sembra essere il costo di bilancio delle misure SPF. Eppure, nella maggior parte dei casi, le autorità pubbliche non conoscono con precisione l’entità né della spesa a favore dei SPF né degli effetti di ritorno delle misure attuate, limitandosi a valutare i costi totali senza tenere conto degli effetti diretti (diminuzione delle indennità, nuovi introiti dalla tassazione sui redditi e dai contributi sociali, ecc.) e indiretti (nuovi introiti da tassazione sui redditi aziendali, creazione di impiego con l’assunzione di personale di sostegno, più consumi, ecc.), oltre che delle tante esternalità sociali positive (ad es. una migliore inclusione sociale, un migliore equilibrio vita-lavoro, ecc.).

Nel suo documento di lavoro del 2012 dedicato ai servizi alla persona e alla famiglia, la Commissione europea non sottolineava soltanto la necessità di una riflessione congiunta sulle sfide legate all’implementazione delle politiche SPF, ma anche l’esigenza di valutare il rapporto fra costi e benefici. Di fatto, esistono già tante e diversificate misure a sostegno dei SPF, che rispondono a obiettivi di politica pubblica distinti. Nella maggior parte dei casi non si inseriscono in un quadro unico e coerente, ma sono piuttosto introdotte separatamente anno dopo anno, rendendo ancora più difficile per lo Stato ricavarne una panoramica ampia ed esaustiva. In una simile situazione, è difficile e complesso valutare gli effetti di ritorno delle misure di sostegno e raccogliere dati, specialmente perché gli enti pubblici che investono nei servizi alla persona e alla famiglia e quelli che ne ricevono i benefici sono generalmente diversi.

È proprio per queste ragioni che si è deciso di lanciare il progetto IMPact, con l’obiettivo di creare una guida europea comune ed esaustiva, che potesse agevolare gli Stati membri nel progettare misure SPF e nel migliorare la valutazione e il monitoraggio dei loro effetti macroeconomici. Più a lungo termine, li assisterà nel modellare politiche che rispondano al meglio alle loro esigenze e ai loro obiettivi. Avviato a ottobre 2014 e condotto dalla Federazione europea per i servizi al cittadino (EFSI, un’organizzazione di livello europeo), il progetto è durato diciotto mesi, coinvolgendo i partner seguenti:

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