ImPact
Guida all'introduzione e al monitoraggio delle politiche a favore dei servizi alla persona e alla famiglia

Obiettivi occupazionali

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  • Obiettivo 1: Creazione di posti di lavoro

Le misure SPF hanno effetti importanti sull’occupazione, tramite la creazione di impiego diretto in incarichi SPF e indiretto con incarichi di guida dei lavoratori SPF, ma anche grazie al ritorno sul mercato del lavoro (o all’aumento delle ore lavorate) dei fruitori di questi servizi. Ciò comporta un deciso calo della disoccupazione a lungo termine e l’aumento dell’occupazione di determinati gruppi target, come i lavoratori scarsamente qualificati e le donne, effetti particolarmente in linea con la strategia di Europa 2020. Alcune evidenze e i numeri Eurostat mostrano che nel 2014, 7,3 milioni di lavoratori fornivano servizi alla persona e alla famiglia (codici NACE 88 e 97) nei 28 stati UE (Commissione europea, 2015). I dati vanno presi con prudenza, poiché i servizi alla persona e alla famiglia potrebbero abbracciare attività classificate in settori NACE diversi. In termini di creazione di impiego, risulta che, secondo la European Jobs Monitor Edition Eurofound 2014, fra il 2011 e il 2013, i settori SPF hanno impiegato ulteriori 81.192 lavoratori in servizi alla persona e 74.518 lavoratori in servizi di assistenza. Pertanto, il settore si attesta al secondo posto per rapidità di crescita occupazionale dopo l’ICT, e non se ne prevedono contrazioni. Inoltre, la Commissione (2012) rileva un potenziale di creazione di posti di lavoro per il settore SPF pari a 5,5 milioni di nuovi posti nei prossimi anni.

In Belgio, uno degli obiettivi più importanti del sistema di servizi a voucher lanciato nel 2004 era la creazione di nuovi posti di lavoro. Nel 2013, i lavoratori inclusi nel sistema erano 160.793, ovvero il 4,2% del numero di posti di lavoro totali del Belgio (IDEA Consult, 2013). Lo stesso vale per la detrazione fiscale RUT introdotta in Svezia che, in base ad alcune stime, – ha portato alla creazione di quasi 15.000 posti di lavoro fra il 2007 e il 2011 (Konjunkturinstitutet, 2011).

  • Obiettivo 2: Riduzione del lavoro sommerso

Una delle principali caratteristiche del settore SPF è che una vasta percentuale dei servizi viene erogata informalmente da lavoratori non dichiarati. Ciò dipende soprattutto dall’elevato contenuto occupazionale del settore (il costo dei servizi coincide quasi esclusivamente con il salario dei lavoratori), aspetto che implica che l’erogazione formale di servizi alla famiglia e alla persona risulti relativamente molto più costosa di quella non dichiarata (tenendo conto delle tasse e degli altri fattori). Per le autorità pubbliche, il lavoro non dichiarato rappresenta una perdita in termini di contribuzioni sociali e fiscali, mentre per i lavoratori sommersi corrisponde spesso a condizioni di lavoro svantaggiose e all’assenza di previdenza sociale.

Alcune prove dimostrano che, rispetto ad altri settori, i SPF sono particolarmente esposti al lavoro sommerso. I risultati dello speciale Eurobarometro (n° 402, edizione 2014) dal titolo “Il lavoro non dichiarato nell’Unione Europea” riportano che l’11% della popolazione degli UE27 ha ammesso di avere acquistato beni o servizi collegati al lavoro sommerso. Di questi, il 15% degli acquirenti ha affermato di avere acquistato servizi domestici (come giardinaggio, pulizie domestiche, cura dei bambini e degli anziani) e il 7% servizi alla persona (parrucchieri o lezioni private).  In base alle cifre del precedente Eurobarometro dedicato al lavoro sommerso (2007) e tenendo conto del fatto che i lavoratori non dichiarati non svolgono generalmente mansioni a tempo pieno, si è stimato che il numero potenziale di lavoratori non dichiarati nei servizi alla famiglia ammonti a circa 1 milione di persone[1]. Come evidenziato dalla Commissione (2012), questa stima sembra essere comunque cauta, poiché è probabile che i rispondenti tendano a non voler dichiarare il lavoro sommerso nelle indagini.  I risultati della DGCIS (2011) mostrano che, nei paesi in cui non sono presenti politiche a favore dei SPF, i servizi non dichiarati rappresentano circa il 70% delle transazioni totali, rispetto al 30% dei paesi in cui sono in essere misure di supporto.

In Francia, la manodopera non dichiarata nel settore dei servizi domestici è scesa dal 40% del 2005 al 30% del 2011 grazie a vari incentivi fiscali e amministrativi (Wyman O., 2013). In Finlandia, la quota del lavoro sommerso nei servizi alle famiglie è passata dal 60 a circa il 25% dopo l’introduzione di crediti fiscali per gli aiuti domestici.

  • Obiettivo 3: Promozione e sviluppo delle attività legate ai SPF

L’aumento dell’occupazione nel mercato formale di SPF potrebbe indicare un aumento del numero delle società e/o delle transazioni del settore. Alcuni fornitori di SPF potrebbero già esistere prima delle misure a sostegno del settore, ma queste ultime consentirebbero un’espansione delle attività, favorendo inoltre l’ingresso di nuove aziende sul mercato. La creazione di nuove aziende ha implicazioni dirette sulla creazione di occupazione indiretta (lavoratori amministrativi, ecc.) e sul gettito fiscale dello stato. La crescita del settore formale potrebbe inoltre facilitare la professionalizzazione dei servizi (corsi di formazione, ecc.) e favorire il miglioramento delle condizioni di lavoro e impiego (dei lavoratori che precedentemente offrivano SPF non dichiarati), come illustrato di seguito.

In Francia, ad esempio, lo stimolo del settore (aumento del numero e/o delle dimensioni delle società, professionalizzazione delle aziende, ecc.) è stato il principale obiettivo del “Plan Borloo”, di cui uno degli scopi specifici era favorire l’offerta di servizi facilitando le procedure contrattuali, ecc. In questo modo, nel 2012, nei settori SPF erano attive 28.600 organizzazioni, ovvero il 12% in più rispetto all’anno precedente. Il piano aveva inoltre la finalità di professionalizzare il settore, ad esempio sviluppando piattaforme nazionali di intermediazione per facilitare lo scambio fra domanda e offerta e garantire la qualità dei prestatori di servizi beneficiari degli accordi.

 


[1]Si rimanda al documento di lavoro della Commissione europea (2012) dedicato allo sfruttamento del potenziale di impiego dei servizi alla persona e alla famiglia (SWD (2012) 95 final).

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